Descrizione
Un frammento in lamina di bronzo di epoca preromana, piccolo ma molto significativo, proveniente da Creazzo e consegnato al museo circa due anni fa, è stato lo spunto per la mostra Con gli occhi della divinità: il sacro a Vicenza e territorio tra mondo preromano e romano che sarà inaugurata sabato 22 marzo al Museo Zannato di Montecchio Maggiore. L’inaugurazione è in programma alle 16 nella sala civica di Corte delle Filande per proseguire in museo con una visita guidata alla mostra. Il frammento in questione ha immediatamente attirato l’attenzione per la presenza di un occhio e un guerriero a stampo, elementi già noti da altre lamine votive del Vicentino. Da qui l’idea di riunire in un’esposizione reperti noti e inediti, in lamina di bronzo, ma non solo, che illustrano le manifestazioni della religiosità nel territorio vicentino durante il periodo della romanizzazione.
La mostra farà conoscere al pubblico le novità archeologiche emerse negli ultimi anni nella provincia di Vicenza, frutto sia di campagne di scavo che di rinvenimenti occasionali, che hanno arricchito il quadro di conoscenze già noto. Tra i numerosi reperti esposti, 65 in totale, databili dal IV secolo a.C. al I secolo d.C., spiccano una lamina votiva da Brendola, scelta come logo della mostra, e dischi da Marostica, Rosà, Isola Vicentina: sulla parte superiore di questi oggetti votivi compaiono dei grandi occhi che rappresentano lo sguardo vigile della divinità, sul popolo dei devoti e sul loro territorio. Non mancheranno altri dischi e lamine di recentissimo rinvenimento da Quinto Vicentino e Torri di Quartesolo. Tra le testimonianze relative a Vicenza, accanto a lamine votive dal noto santuario urbano con centro scrittorio di piazzetta San Giacomo, verranno per la prima volta mostrate al pubblico delle lamine eccezionali, ancora inedite, raffiguranti guerrieri intenti a ingraziarsi le divinità. Questi reperti provengono da un sito situato al confine occidentale della città, in corrispondenza dell’antica via Postumia. Saranno inoltre esposti importanti doni votivi con iscrizioni come i palchi di cervo di Magrè e alcune testimonianze di pratiche oracolari come le sortes di Trissino e gli ossicini con sigle da Santorso. Infine importante protagonista sarà il monte Summano che ospitava nell’antichità un luogo di culto ed era con le sue due cime punto visivo di riferimento per tutto il territorio Vicentino: saranno in mostra le statuette miniaturistiche d’argento raffiguranti una divinità femminile e il dio Marte insieme al deposito votivo comprendente un astragalo con sigle alfabetiche e un blocco di sostanza resinosa connessi a pratiche divinatorie e purificatorie. Sarà infine riservato spazio ad alcune notissime testimonianze scritte: la stele da Isola Vicentina contenente la parola Venetkens, prima attestazione in assoluto del nome degli antichi Veneti e quella da Monte Berico, testimonianza dei confini del territorio della città di Vicenza.
«Con questa mostra al museo Zannato viene proposto un viaggio a ritroso nel tempo per scoprire le radici più profonde del nostro territorio», dichiara l'assessore alla cultura del Comune di Montecchio Maggiore, Andrea Palma. «La nostra città si conferma, ancora una volta, punto di riferimento per la valorizzazione del patrimonio archeologico vicentino, offrendo al pubblico la possibilità di ammirare reperti straordinari, alcuni dei quali mai esposti prima. Invito tutti a lasciarsi sorprendere da queste testimonianze, visitando un allestimento che arriva a offrire nuove e interessanti prospettive sulla nostra storia».
La mostra, a cura di Annachiara Bruttomesso, già conservatrice archeologa del Museo Zannato, Mariolina Gamba, già funzionario della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Venezia Metropolitana e Direzione Regionale Musei del Veneto, e Anna Scalco, conservatrice archeologa del Museo Zannato, è frutto della collaborazione di numerosi specialisti: Giulia Pelucchini, funzionaria archeologa della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Verona Rovigo Vicenza per la provincia di Vicenza; Elena Pettenò e Cinzia Rossignoli, archeologhe della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Venezia Metropolitana; Marisa Rigoni e Angela Ruta Serafini, già archeologhe della Soprintendenza Archeologica per il Veneto; Anna Marinetti, linguista dell'Università Ca’ Foscari di Venezia; Luca Zaghetto, archeologo esperto in iconografia e i restauratori Stefano Buson (già Museo Nazionale Atestino), Sara Emanuele e Federica Santinon (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio Venezia Metropolitana).
La mostra sarà visitabile presso il Museo di Archeologia e Scienze Naturali “G. Zannato” di Montecchio Maggiore dal 22 marzo al 27 luglio con i seguenti orari: sabato 15.00 – 18.30 e domenica 9.30 – 12.30 / 15.00 – 18.30. Tutte le informazioni su www.museozannato.it e sulle pagine social del museo.
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Ultimo aggiornamento: 20 marzo 2025, 09:18