Descrizione
In occasione dei 90 anni dal martirio di padre Epifanio Pegoraro, religioso e corazziere originario di Montecchio Maggiore, l’Unità Pastorale di Montecchio Maggiore, con la collaborazione di un gruppo di cittadini e il patrocinio della Città di Montecchio Maggiore, promuove una serie di iniziative commemorative per ricordarne la figura.
Il primo appuntamento si terrà domenica 16 novembre, alle ore 10.30, nel Duomo di Montecchio Maggiore, con una messa solenne in memoria del sacerdote missionario. Alla celebrazione parteciperanno i carabinieri del locale gruppo ANC e carabinieri in servizio; è stata inoltre richiesta la presenza di una rappresentanza dei Corazzieri, che ogni sabato, nella cappella di San Giorgio all’interno della loro caserma a Roma, illustrano ai visitatori le virtù eroiche del corazziere martire. Durante la celebrazione sarà presentata la bozza di un’opera dell’artista Renzo Pagliarusco, dedicata a padre Epifanio.
Nei prossimi mesi seguiranno ulteriori iniziative per approfondire la storia e la figura del missionario montecchiano: saranno proposti incontri per ripercorrere la sua biografia con interventi musicali, oltre a una conferenza per illustrare il dipinto di Pagliarusco e il significato dell’arazzo di arte cinese donato da padre Epifanio al suo ritorno in Italia. Inoltre, saranno dedicati approfondimenti alla descrizione del grande dipinto presente nella cappella dei Corazzieri a Roma e alla situazione del cristianesimo in Cina, con particolare attenzione a ciò che resta delle opere missionarie avviate dai francescani.
Note biografiche
Padre Epifanio Pegoraro nacque a Montecchio Maggiore il 14 aprile 1898, in una casa situata sulle prime rampe che salgono ai Castelli, dietro al Duomo all’epoca appena costruito. Fu battezzato con il nome di Luigi. All’età di nove anni, durante una liturgia nella chiesa di San Pietro in memoria del vescovo Epifanio Carlassare, missionario originario di quella parrocchia e morto in Cina pochi giorni prima, decise di seguirne l’esempio e dedicare la sua esistenza alla testimonianza cristiana in terra cinese, anche a costo della vita. Entrò nel collegio dei frati di Chiampo e intraprese gli studi per diventare sacerdote, interrotti per il servizio militare obbligatorio, che svolse nei Carabinieri Reali e in particolare nel Reggimento dei Corazzieri, grazie ai suoi 196 centimetri di altezza. Dopo tre anni di servizio tornò in convento e, nel 1922, dopo la professione solenne e la scelta del nome di Epifanio, fu ordinato sacerdote dal patriarca di Venezia, cardinale Pietro La Fontaine. Nel 1924 raggiunse la Cina, dove esercitò il ministero nella zona di Han-Kow. Nel 1933, dopo la morte del padre Arcangelo, tornò in Italia per visitare la madre, rimasta sola, portando con sé un arazzo di arte cinese destinato ad abbellire il pulpito del Duomo di Montecchio Maggiore. Dopo alcuni mesi ripartì per la Cina e raggiunse il lebbrosario di Mosimien, in Tibet, coronando il suo desiderio di dedicarsi al soccorso delle persone più sfortunate. Nel 1935 fu rapito e, dopo alcuni mesi di prigionia e una lunga marcia forzata, nel dicembre di quell’anno padre Epifanio Pegoraro e il confratello fra Pasquale Nadal furono decapitati dalle truppe di Mao Tse-tung, impegnate nella cosiddetta “Lunga Marcia”. La notizia del martirio giunse in Italia solo alcuni mesi più tardi. A Roma, nella cappella dei Corazzieri, un grande dipinto ricorda ancora oggi il sacrificio del religioso montecchiano.
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Ultimo aggiornamento: 14 novembre 2025, 10:08